CASINI, L’UOMO CHE SUSSURRA AL PREMIER…

casini

di Cesare Lanza

Molti dicono,  non da oggi né da ieri, che Pierferdy è un paraculo,  pronto a ogni manovra, pur di restare a galla. Mi permetto di dissentire. Casini ha dimostrato una straordinaria intelligenza politica, e questo dovrebbero ammetterlo anche i suoi detrattori, se è vero che dalla fine degli anni ’70, e cioè da quarant’anni, da quando ha iniziato a fare politica, è riuscito ad arrivare e poi mantenersi ad alti livelli. Era sostenitore di Bisaglia, poi dopo la morte del famoso leader doroteo, vicino a Forlani. Uno dei tre prediletti: il bello, Casini; l’intelligente, Follini; l’operativo, Cesa. (Se è vero che Follini è rimasto fuori da tutto, forse c’era qualcuno più intelligente di lui…). Casini è stato ascoltatissimo da Berlusconi, da Bersani e da Enrico Letta. Si è smarcato in tempo dalla ferale alleanza con Fini, dal crack elettorale è riuscito a salvarsi con la designazione a presidente della Commissione Esteri del Senato. E adesso, udite udite, mi dicono che è molto ascoltato da Renzi, il quale ne stima la qualità politica e, anche, la capacità di essere garante del sostegno dei democristiani in rotta, Ncd e Udc. Un analista di cui mi fido mi dice anche che fra due o tre anni, quando Casini avrà finito di riposizionarsi credibilmente, questo eterno ragazzo potrebbe essere uno dei candidati al Quirinale. E tanto riferisco, non solo per amore di cronaca.

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